UAE Tour 2020, monta l’insofferenza tra i corridori ancora bloccati: “Veniamo a correre la loro corsa schifosa, su percorsi poco interessanti, e questa è la fine che facciamo”
Non stanno certamente passando momenti facili i corridori che sono ancora bloccati negli Emirati Arabi Uniti. Sono infatti tre le squadre che sono ancora confinate in hotel, dopo che giovedì scorso l’allarme coronavirus si era abbattuto sulla carovana dell’UAE Tour 2020. Nonostante la maggior parte delle formazione sia potuta ripartire per l’Europa, così non è stato per Groupama-FDJ, Gazprom-Rusvelo e Cofidis, a cui si aggiunge l’UAE Emirates, quest’ultima in autoisolamento volontario. I corridori di queste squadre, come ovvio che sia, stanno iniziando a dare segni di insofferenza, come dimostrato dalle parole rilasciate dal corridore della Cofidis Stephane Rossetto a Le Parisien.
“Stiamo impazzendo qui. Per due persone che hanno la febbre, sono andati nel panico e questo è ricaduto su di noi – dichiara il 32enne francese – Dipendiamo da persone che se ne fregano di noi. Incontriamo persone piuttosto sgradevoli, in camici bianchi, occhiali da sole e cuffie nelle orecchie che decidono il nostro destino. Veniamo a correre la loro corsa schifosa, su percorsi poco interessanti, e questa è la fine che facciamo“.
Parole piuttosto forti quelle di Rossetto, che prosegue: “Ci mettono una specie di batuffolo di cotone nel naso, lo girano un po’ e poi lo mandano in laboratorio. E durante tutto ciò noi aspettiamo. Abbiamo mangiato nello stesso ristorante e preso lo stesso ascensore di quelli che già se ne sono andati, questa decisione non ha senso“.
“Leggiamo, diamo notizie di noi ai nostri cari, ascoltiamo musica, cerchiamo di ammazzare il tempo come possiamo – riassume il francese – Ma in questo periodo non ci alleniamo, ci estraniamo mentalmente e questo peserà sul resto del nostro programma per la stagione. Devo correre la Volta a Catalunya tra tre settimane e so già che non arriverò nella forma che volevo”.
Rincara la dose il compagno di squadra José Herrada, attraverso un tweet con cui si rivolge a RCS Sport: “Siamo ancora isolati senza spiegazioni. Voi vi riempite le tasche con questo tipo di corse, ma se sorgono problemi non avete la capacità di risolverli. La globalizzazione del ciclismo”, conclude amaramente lo spagnolo.
Nella giornata di ieri, invece, era stato il DS della formazione francese, Roberto Damiani, a denunciare le pessime condizioni di vita all’interno dell’albergo, arrivando a minacciare persino l’inizio di uno sciopero della fame se la situazione non fosse cambiata velocemente.
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